20 febbraio 2006

la regola differente

Da “Osservare la regola in ciò che è differente” di Elena Canadelli

Nel corso del testo utilizzerò anche altri brani tratti dall'opera di Goethe perché Haeckel fu molto influenzato dalle sue teorie sulla natura e soprattutto dalla sua morfologia, che l'evoluzionista cercò di conciliare con la teoria di Darwin, trasformandola in una morfologia generale in grado di spiegare meccanicamente con poche leggi tutti i fenomeni naturali. I concetti goethiani di Urpflanze e di tipo osteologico, i suoi tentativi di comprendere la metamorfosi della natura, il mutare e permanere delle forme, erano infatti interpretati dallo zoologo in una dimensione temporale e causale, per cui per esempio la pianta originaria era esistita veramente prima delle altre piante e da lei si erano sviluppate, secondo diverse linee di discendenza, le altre specie vegetali. Il tentativo di conciliare queste due visioni presentò molti problemi ma nonostante questo Haeckel considerava Goethe uno dei principali precursori dell'evoluzionismo, sostenendo questa tesi sulla base di alcuni passi tratti dai saggi zoologici del poeta tedesco, come quello contenuto nello scritto del 1796, Lezioni sui primi tre capitoli dell'abbozzo di un'introduzione generale all'anatomia comparata, fondata sull'osteologia, dove Goethe afferma: "Avremmo dunque acquisito la possibilità di affermare senza timore che tutte le nature organiche perfette, tra le quali poniamo pesci, uccelli, mammiferi e, alla testa di questi ultimi, l'uomo, si sono formate da un unico prototipo (Urbild), che soltanto si differenzia nelle sue parti assai stabili, qui e là, ora più ora meno, e quotidianamente, grazie alla riproduzione (Fortpflanzung), si sviluppa e si trasforma". Anche lo scritto del 1824, Gli scheletri dei roditori, raffigurati e comparati da D'Alton, rappresentava per Haeckel una conferma della sua tesi, contenendo affermazioni come questa: "Alla base sta una comunione interna ed originaria di ogni organizzazione; la diversità delle forme invece deriva dai rapporti necessari col mondo esterno, perciò si può supporre a buon diritto una originaria contemporanea diversità e una trasformazione incessante e continua per poter comprendere i fenomeni tanto costanti quanto divergenti".